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POLITICA | 28 marzo 2020, 15:48

VIDEO. Calenda e "Azione" a fianco delle partite Iva: «Alzare l'indennizzo al livello degli altri lavoratori, tutti i cittadini meritano lo stesso trattamento»

Carlo Calenda e il suo movimento danno voce in un video al popolo delle partite Iva: «L’indennizzo va alzato da 600 euro al livello della cassa integrazione dei lavoratori dipendenti, quindi da 950 a 1.100 euro. Vanno inclusi nella previdenza obbligatoria, così come vanno sospese anche per loro scadenze fiscali e contributive»

VIDEO. Calenda e "Azione" a fianco delle partite Iva: «Alzare l'indennizzo al livello degli altri lavoratori, tutti i cittadini meritano lo stesso trattamento»

«In questo momento tutti i cittadini vanno trattati alla stessa maniera. Non è solo una priorità economica, è anche un fatto simbolico: siamo tutti sulla stessa barca». 

Parole semplici, chiare, che sottendono un concetto fondamentale per una Nazione: comunità. Le ha pronunciate Carlo Calenda, che con il suo movimento Azione chiede attenzione per una categoria che subirà un colpo pesante dall’emergenza che stiamo vivendo: le partite Iva. 

«Chiediamo di portare l’indennizzo previsto di 600 euro per le partite Iva al livello della cassa integrazione dei lavoratori dipendenti, quindi da 950 a 1.100 euro. Di includere i liberi professionisti iscritti alle forme di previdenza obbligatoria. Di estendere anche a loro la sospensione delle scadenze fiscali e contributive».

Per diffondere questo messaggio, il movimento fondato dall’ex ministro Carlo Calenda ha pubblicato sulle sue pagine social un video che raccoglie le voci di tante partite Iva differenti, ognuna fondamentale nello scacchiere economico nazionale, come fotografi, consulenti, esercenti, avvocati, architetti, imprenditori agricoli, ingegneri, consulenti digitali, formatori, assicuratori, videomaker.

«Sono una partita Iva, questa emergenza ci sta mettendo a dura prova, ha cambiato le nostre abitudini, sia nel lavoro che nelle relazioni. Il nostro pensiero è a per quelli che soffrono, ai malati e agli operatori sanitari. Ma vogliamo anche farvi riflettere su quello che stiamo passando noi: siamo fermi e senza alcuna garanzia di quando ripartiremo; andiamo avanti grazie al nostro impegno quotidiano. Questa volta non possiamo essere considerati lavoratori di serie B: perché dobbiamo essere trattati diversamente dai dipendenti? In balia di click day e di decreti? Siamo i pilastri dell’economia italiana; lavoratori come tutti gli altri. Non vogliamo essere dimenticati. Vinciamo insieme questa battaglia». 

Il coordinatore regionale Giancarlo Pignone ha ulteriormente spiegato le motivazioni di questa iniziativa: «Riteniamo che non sia proponibile e non sia equo riconoscere alle partite Iva un bonus da 600 euro una tantum invece di equipararle ai lavoratori dipendenti in cassa integrazione. A tal proposito il senatore Richetti ha presentato un emendamento al Decreto "Cura Italia" affinché le partite Iva vengano equiparate ai lavoratori in cassa integrazione: ci sembra il minimo, perché in una situazione di grande difficoltà sia sanitaria e anche economica come quella che il nostro Paese sta vivendo, non si possono fare figli e figliastri». 

Carlo Calenda, dopo la pubblicazione del Decreto "Cura Italia", aveva invece analizzato le misure contenute esprimendo delle valutazioni sulle cose buone e le cose che invece non funzionano. Qui sotto il video del 17 marzo per chi volesse riascoltarlo.

In merito si è espresso ieri anche il senatore di Azione, Matteo Richetti: «Abbiamo inviato al Governo proposte per migliorare il Decreto "Cura Italia", tra cui l'anticipo della Cassa Integrazione tramite le banche. Otto giorni dopo, l'ipotesi è "allo studio". In emergenza meglio ascoltare tutti. Noi continueremo a fare la nostra parte presentando emendamenti per migliorare un decreto che ha alcune cose positive, come l'investimento sul Servizio Sanitario Nazionale, ma molte altre da correggere come la liquidità alle imprese, il sostegno ai dipendenti e l'aiuto alle partite iva».

Dal nostro corrispondente di Varese

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