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CRONACA | 18 novembre 2019, 09:39

Fissata l’udienza preliminare per i fratelli Ravetti

Fissata l’udienza preliminare per i fratelli Ravetti

E' stata finalmente fissata per il giorno 08 gennaio 2020 ore 10,00, l'udienza preliminare davanti al GIP dottoressa Anna Ferretti del Tribunale di Biella, nella quale saranno giudicati i fratelli Alessandro e Marco Ravetti ed un terzo imputato, gli unici indagati per lo scandalo del forno crematorio a dover ancora essere processati dopo il patteggiamento di tutti i dipendenti e Ravetti padre lo scorso luglio.

Al riguardo occorre innanzitutto rettificare alcune notizie diffuse tramite i giornali.

In un articolo apparso su un quotidiano risulterebbe che i legali dei due fratelli hanno dato il via a trattative per una serie di risarcimenti ad alcune delle famiglie coinvolte nel processo, in particolare si tratterebbe dei sette casi per cui è ipotizzato il reato di truffa per il pagamento di una cremazione per la cassa di zinco in cui erano chiusi i defunti, e poi invece "lo zinco veniva smaltito grazie all'accordo con un dipendente Seab". Nell'articolo si afferma inoltre che non si conoscono le "cifre che fanno parte dell'accordo, che sarebbe però stato accettato dalle famiglie, il che potrebbe portare a una riduzione della pena. Nei prossimi giorni dovrebbe quindi essere presentata al procuratore Teresa Angela Camelio una nuova richiesta di patteggiamento", che dovrebbe "attestarsi sui due anni e nove mesi per uno dei due fratelli e sui tre anni per l'altro".

Innanzitutto vale la pena precisare che in realtà le condotte contestate ai Ravetti per truffa, riguarda il fatto che i corpi venivano estratti dalle bare con lo zinco e cremati in scatole di cartone o con cremazioni multiple, e non solo lo smaltimento irregolare dello zinco. Nell'articolo si afferma inoltre che il risarcimento sarebbe stato accettato dalle 7 famiglie che sono state truffate, mentre ciò non è vero: tra le parti offese indicate dalla PM nella richiesta di citazione a giudizio e nel decreto del GIP ci sono le 3 famiglie assistite da Codacons e dall’avvocato Guarini, le quali non hanno fin qui mai minimamente preso in considerazione un accordo risarcitorio con i Ravetti.

Inoltre tra le parti offese ci sono anche 3 amministrazioni, ed in particolare il Comune di Desio e Cernobbio; sul Comune di Biella stendiamo un velo pietoso in attesa di vedere cosa deciderà di fare.

Nondimeno c’è da considerare la posizione delle altre oltre 500 famiglie, che hanno presentato querela contro i Ravetti. Il che rappresenta un ostacolo non da poco nella prospettata ambizione di ottenere una facile riduzione della pena. Anche per le attenuanti generiche, non pare sufficiente l'incensuratezza a garantirsene automaticamente la concessione, sopratutto in assenza di un pentimento che, dal recente servizio delle Iene, sembra davvero difficile sostenere.

Nella precedente occasione di richiesta di patteggiamento, difatti, il Procuratore dott.ssa Camelio aveva respinto la proposta sotto i 2 anni dei fratelli Ravetti puntando ad una richiesta di condanna ben più pesante, vicina ai sette anni, e non si vede per quale motivo oggi i Ravetti possano credibilmente sperare in una condanna prossima tra i 2 e 3 anni, anche puntando alla riduzione di un terzo della pena per il patteggiamento od il rito abbreviato. Ai due imputati, anche a voler limitare il periodo a quello ristretto al capo di imputazione, oltre alla truffa sullo zinco, sono contestate tre doppie cremazioni, il reato di falso sui registri, quattordici episodi di violazione di sepolcro documentati su video dalla Procura dal 25 settembre al 28 ottobre 2018 e la dispersione di ben 325 chilogrammi di ceneri, ossa e resti umani raccolti dai Carabinieri nei cassonetti dei rifiuti della Socrebi.

I legali di Codacons, quindi, proseguono senza deviazioni nel percorso intrapreso per il riconoscimento di una severa condanna penale ed economica nello scandalo Socrebi per le cremazioni, anche mediante l'accertamento scientifico sulle urne - che già ha confermato la possibilità di estrarre il DNA dalle ceneri, e la partecipazione dei nostri legali e delle famiglie come parte civile al processo, che ad inizio gennaio vedrà finalmente alla sbarra i due fratelli Ravetti per rispondere delle loro gravissime condotte.

Comunicato Stampa Codacons - cc

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