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POLITICA | 17 settembre 2019, 18:46

Renzi lascia il Pd, le reazioni a Biella dei dem. De Lima: “Le scissioni non portano bene, l'io personale ha prevalso sul noi”

Quale futuro attende il Partito Democratico biellese? Al momento regna lo scontento e la delusione ma non ci sarebbero avvisaglie di addii e abbandoni tra i big biellesi per seguire la nuova avventura politica di Renzi.

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Il tempo delle attese è finito: Matteo Renzi se ne va dal Partito Democratico e apre la strada ad una nuova creatura politica. Ad annunciarlo nella mattinata di martedì 17 settembre l'ex segretario dem sui propri canali social: “Ho deciso di lasciare il Pd - recita il post - e di costruire insieme ad altri una Casa nuova per fare politica in modo diverso. […] Per me c’è una strada nuova da percorrere. Lo faremo zaino in spalla, passo dopo passo.La politica richiede proposte e coraggio, non solo giochi di corrente. Noi ci siamo. Offriamo il nostro entusiasmo a chi ci darà una mano. Offriamo il nostro rispetto a chi ci criticherà. Ma offriremo soprattutto idee e sogni per l’Italia di domani”.

Una decisione non del tutto inaspettata se non nei tempi, leggendo le cronache romane di questi giorni che parlavano di una possibilità sempre più concreta ma rimandata in là nel tempo. Un vero e proprio spauracchio all'interno del partito pronto a concretizzarsi nella sua forma attuale. Ma ora, passata la paura e in attesa di capire quali altri big della politica nazionale (e dell'attuale governo) seguiranno l'ex Presidente del Consiglio, resta da vedere come il terremoto Renzi cambierà gli scenari, anche a livello locale.

Nel Biellese, alle primarie Pd di due anni fa, aperte a iscritti e simpatizzanti, l'ex sindaco di Firenze vinse a mani basse in quasi tutti i seggi, con 2175 voti (su 2891 elettori) e una media del 75% superiore al dato nazionale (attestato allora intorno al 70%). Ora, a distanza di due anni, la provincia biellese ha cambiato passo, con l'elezione a marzo dell'attuale segretario nazionale Nicola Zingaretti (1712 voti a favore) ma i dubbi e le perplessità sul prossimo futuro permangono in casa Pd. Disillusione, scontento e un pizzico di delusione si sono avvertiti tra i maggiori esponenti del partito locale. Al momento, non ci sarebbero avvisaglie di addii e abbandoni tra i big biellesi per seguire la nuova avventura politica di Renzi. “Ne prendiamo atto e auguro a Renzi, e a chi lo seguirà, buona fortuna. Le persone vanno e vengono ma i partiti restano. Noi proseguiremo il nostro lavoro di questi mesi con lo stesso entusiasmo di prima”. Queste le prime parole a caldo della segretaria provinciale Rita De Lima che ben sintetizza la posizione prevalente tra i dem biellesi, dopo l'annuncio dello strappo di Renzi.

Memoria storica del partito, De Lima ricorda come “le scissioni dal Pd non abbiano mai portato a grandi risultati. Inoltre, non c'è stata alcuna sorpresa poiché questa possibilità era nell'aria da tempo. Avrebbe dovuto rimanere per dare un aiuto in più a questa nuova esperienza di governo ma l'io personale ha prevalso sul noi. Le scissioni sono sempre un fatto negativo perchè si dovrebbe lavorare per costruire non per dividere lasciando da parte eventuali personalismi e puntando sulle decisioni collettive. Chi vuole seguirlo è libero di andarsene: noi andremo avanti con la linea tracciata da Zingaretti”.

Chi non si straccia le vesti (e non minimizza al tempo stesso) è il segretario cittadino Enrico Zegna che non manifesta preoccupazione sull'uscita di Renzi (“È meglio star dentro ad un partito e attuare un'opposizione seria e concreta che lasciarlo”) ma si interroga sulle ragioni che hanno portato all'ennesima scissione, dopo gli addii clamorosi dei vari Rutelli, Civati, Bersani: “Non si può trattare la questione Renzi senza fare una riflessione attenta e profonda sullo stato attuale del Pd. Un progetto dalle grandi potenzialità ma ancora inespresse, nato per essere la spina dorsale del cambiamento ma non ancora concretizzato né in Italia né a Biella”. Per Zegna “non si può continuare a identificare il partito con il leader. Il Pd è una realtà composita e la competizione è un aspetto naturale che tuttavia non deve snaturare in concorrenza e lotte intestine di potere. Manca la piena legittimità politica e, quando viene a mancare, si creano i conflitti che divengono insanabili”.

Sulla scelta di Renzi, l'ex vicesindaco Diego Presa si esprime in questi termini: “Non la condivido. Ora si aprono scenari nuovi a livello nazionale. Forse, la conseguenza più favorevole al centrosinistra è che Renzi acquisisca voti al centro ma è ancora presto per farsi un'idea precisa. Di certo è la mia permanenza all'interno del Partito Democratico”.

Perplessa l'ex assessore di Biella Valeria Varnero, indicata da molti come filorenziana: “Forse c'è un po' di personalismo in questa decisione. Sono convinta che uniti si può portare avanti un discorso di rinnovamento all'interno del paese. Mi preoccupa il futuro che verrà. Ora occorre capire quali saranno le linee guida e i contenuti della nuova creatura di Renzi”. Ma la scelta resta a favore del Pd. “È il mio partito di riferimento – afferma Varnero – Sono sicura che nel Biellese si troverà la quadra lavorando in maniera unitaria per le sfide che ci attendono. Se qualcuno lascerà il partito se ne prenderà atto senza problemi”. Ora, solo nelle prossime settimane, si capirà appieno quanto reggeranno gli argini biellesi di fronte all'onda lunga renziana.

g. c.

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