/ CRONACA

CRONACA | 16 settembre 2019, 11:43

Terremoto ultras a Torino: “Juventus vittima di estorsione”. Un 45enne biellese nei guai [FOTO-VIDEO]

La Digos di Torino: “Juventus vittima di richieste ossessive da parte dei tifosi. La società ci ha permesso di avviare l’indagine. I capi controllavano tutto, dai biglietti ai posti in curva tramite minacce e violenza”. Denuncia e Daspo per il biellese.

Terremoto ultras a Torino: “Juventus vittima di estorsione”. Un 45enne biellese nei guai [FOTO-VIDEO]

E’ un vero e proprio terremoto all’interno del mondo del tifo organizzato bianconero quello scaturito dall’operazione di polizia che questa mattina, a Torino, ha portato all’arresto di dodici capi ultràs della Juventus. La Digos ha effettuato perquisizioni in tutta Italia, sequestrando gli striscioni storici dei gruppi ultras e i loro bandieroni, oltre a diverso materiale tra magliette, sciarpe e coltelli. Anche Biella è rientrata nell'operazione e la Digos del commissario capo Alessandro Corbetta. Il biellese coinvolto nell'indagine "last banner" è un quarantacinquenne residente in provincia. Appartiene al gruppo ultras dei "Drughi", di cui è uno storico appartenente . È stato indagato per concorso in violenza privata, continuata e aggravata per le condotte tenute specialmente nella scorsa stagione. È stato anche sottoposto a daspo per 4 anni. 

L’operazione contro le frange ultrà della Juventus è nata dalla denuncia sporta dalla stessa società torinese: l’attività di indagine svolta in questi mesi ha permesso alle forze dell’ordine di acquisire elementi probatori in merito a una precisa strategia estrusiva condotta dai principali leader dei gruppi organizzati. “Abbiamo dimostrato l’esistenza di una strategia estorsiva da parte dei gruppi ultrà nei confronti della Juventus che è stata vittima delle richieste ossessive delle minacce. La società ha collaborato con noi e ci ha permesso di partire con questa importantissima indagine” ha spiegato Carlo Ambra, primo dirigente della Digos di Torino. Il quadro delicato dalla polizia è quello di un controllo totale degli spalti, con persone obbligate a spostarsi, a consegnare grazie all’uso della violenza, le magliette lanciate dai giocatori o i palloni.

Tra gli arrestati spicca il nome di Dino Mocciola, capo dei Drughi il cui ruolo di predominanza è stato riconosciuto da tutta la curva. “Nelle 225.000 telefonate intercettate nessuno fa il suo nome, questo fa capire che rispetto godeva dalla curva”. Un rispetto acquisito per il carisma dimostrato in curva e rafforzato dagli oltre 700 affiliati ai Drughi in tutta Italia.L’operazione ha poi visto il coinvolgimento di tante ricevitorie, già chiuse, in grado di rifornire biglietti ai gruppi organizzati. “Si tratta di un’attività imprenditoriale di bagarinaggio” ha raccontato Ambra. “Parliamo di centinaia di biglietti a partita, anche per gare di Champions League o gare di cartello. I ticket venivano rivenduti al triplo”. Secondo la Digos, la Juventus avrebbe provato a contenere le richieste ultras, dovendo però cedere biglietti per le trasferte per non avere ulteriori problemi in curva, soprattutto durante le partite casalinghe.L’operazione condotta dalla Digos torinese segna una svolta epocale nel panorama ultras italiano: dalla prossima partita della Juventus infatti, all’Allianz Stadium non vi saranno striscioni e bandiere. Un duro colpo a un movimento che rischia ora di scomparire grazie agli sforzi della società e delle forze dell’ordine.  L’indagine proseguirà analizzando conti correnti e società collegate agli ultras della Juventus.

f.f. e dal nostro corrispondente di Torino

Ti potrebbero interessare anche:

Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore