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SPORT | 18 novembre 2018, 07:00

Carrea: "Aiutiamo i bimbi africani a giocare a basket" VIDEO

L'impegno umanitario e sportivo dell'allenatore della Pallacanestro Biella

Carrea è coach della Pallacanestro Biella/Edilnol

Carrea è coach della Pallacanestro Biella/Edilnol

Lo sport è un linguaggio comune che chiunque può parlare, è uno strumento che unisce, che non conosce limiti. Chiunque può giocare a basket: ovunque ci sia un canestro, con qualsiasi palla, con o senza scarpe, l’unica cosa che conta realmente è la motivazione per saltare e andare a canestro.

Il basket non è solo competizione ma anche uno strumento che può essere facilmente utilizzato per trasmettere cultura, valori e competenze. "Slums Dunk" costituisce una storpiatura del termine slam dunk (schiacciata) dove slum significa baraccopoli. "Slums Dunk" mira a migliorare le condizioni di vita dei bambini e dei giovani che vivono nella aree economicamente e socialmente degradate dell’Africa.

Nel 2014 "Slums Dunk" ha costruito il suo primo campo di pallacanestro nella baraccopoli di Mathare, Nairobi (Kenya). A Mathare si stima vivano 95 mila persone schiacciate in 1,5 km2, il 50 % della popolazione è composta da giovani con meno di 18 anni che risiedono in condizioni d’isolamento, con accesso limitati ai servizi primari come acqua, elettricità e servizi igienici.

In tutta la baraccopoli non ci sono altri campi di pallacanestro. "Slums Dunk" ha attivato una scuola di minibasket che coinvolge 100 ragazzi, garantisce il libero accesso al campo da basket e supporta l’educazione ai life skills in dieci scuole informali della baraccopoli di Mathare con il coinvolgimento di circa 1000 ragazzi Under 15. L’idea di Slums Dunk è quella di replicare ed espandere le attività in altre zone degradate d’Africa.

Coach Michele Carrea insieme ai giocatori (e amici) Bruno Cerella e Tommaso Marino è tra i promotori del progetto.

p.l.b.

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