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Benessere e Salute | 17 maggio 2018, 07:40

Primi bilanci del progetto Andromeda in un incontro con le volontarie

Primi bilanci del progetto Andromeda in un incontro con le volontarie

Sono state circa 5.500 le donne che hanno aderito al progetto Andromeda a Biella in poco meno di due anni: l'iniziativa, finanziata dall'Associazione italiana per la ricerca sul cancro, ha lo scopo di definire in maniera accurata il livello di rischio di ciascuna donna di sviluppare un tumore al seno, al fine di progettare percorsi di prevenzione diversi e adatti a ognuna. Una così alta adesione non sarebbe stata possibile senza l'aiuto di un gran numero di volontarie e di volontari.

A loro è spettato il compito di presentare il progetto per reclutare le candidate in ospedale, e di accoglierle nella sede della Fondazione Tempia in via Malta, il giorno in cui si sono presentate per il prelievo di sangue, necessario per completare un monitoraggio insieme al questionario che ognuna ha compilato per dare informazioni sul proprio stile di vita.

Non solo: a volontari – ovviamente formati e specializzati - è stato affidato anche il compito di effettuare i prelievi e moltissimi altri volontari hanno inserito in un database online dedicato e protetto tutti i dati raccolti. Nei giorni scorsi Giovanna Chiorino, che dirige il laboratorio di Genomica che ha l'incarico di svolgere analisi molecolari sui campioni di sangue, e la vicepresidente del Fondo Edo Tempia Maria Teresa Guido hanno presentato al team di volontarie e volontari i risultati del loro prezioso lavoro. Al termine è seguito un rinfresco nel giardino della villa sede del Fondo, organizzato dalla Caffetteria Interno 21.

«Ringraziamo tutte le donne biellesi» è stato il commento di Giovanna Chiorino e Maria Teresa Guido «che hanno aderito al progetto e tutti i volontari che hanno permesso di ottenere questi risultati». Ora in collaborazione con il Cpo di Torino, capofila dello studio, si analizzeranno i dati di tutte le oltre 20mila donne reclutate tra Biella e Torino. Il team di ricercatori della Fondazione Tempia, invece, si occuperà di analizzare i campioni di sangue di un sottogruppo di donne, per valutare nuovi marcatori di rischio non invasivi da combinare con la mammografia. Questo sarà il futuro dello screening: fatto su misura, personalizzato e a intervalli di tempo diversi, a seconda del rischio individuale.  

Fondo e Fondazione Tempia g. c.

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