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Biellese Magico e Misterioso | 22 aprile 2018, 08:00

Il biellese magico e misterioso: Nel 1945 gli Alleati vietarono la pubblicazione del giornale studentesco biellese “‘l Babi”

A cura di Roberto Gremmo

Il biellese magico e misterioso: Nel 1945 gli Alleati vietarono la pubblicazione del giornale studentesco biellese “‘l Babi”

Libertà sì, ma condizionata. Sconfitto il nazi-fascismo, anche l’Italia settentrionale conobbe il precario regime di doppia sovranità caratterizzato dall’intrusione dell’ “Allied Military Government” negli affari interni del Paese; in precaria e non sempre aperta condivisione con le autorità del nuovo regime democratico soprattutto perché i loro ordini non erano sottoposti ad alcun tipo di controllo. Alla faccia della sbandierata ‘democrazia’ importata coi bombardamenti indiscriminati delle città, i carri armati e la creazione di campi di concentramento per i loro avversari ‘fascisti’ o presunti tali.

    Si verificarono perciò numerosi episodi di sopraffazione e di arbitrio e in molti casi l’atteggiamento dell autorità inglesi o americane fu quello di occupanti irrispettosi delle popolazioni locali.

    Non mancarono violenze arbitarie e nel 1947 quando ebbe finalmente fine l’imbarazzante ed ormai insopportabile insediamento di potere straniero risultà che le vittime di omicidi, ferimenti, stupri o rapine causate dai soldati ‘liberatori’ erano numericamente pari a quelle delle stragi naziste.

  Al di là di questo genocidio strisciante, l’occupazione del potere da parte degli anglo-americani (e dei francesi, in alcue zone) ebbe come obiettivo quello di predisporre le migliori condizioni per favorire una transizione ‘democratica’ improntata ai modelli istituzionali dell’Occidente capitalistico.

  Per questa ragione, il controllo dei mezzi d’informazione fu totale e la stampa, ufficialmente libera, fu soggetta alla preventiva autorizzazione degli Alleati che concessero i permessi per la pubblicazione con criteri assolutamente discrezionali e, talvolta, decisamente abitrari ed iniqui.

  La proibizione del giornale studentesco biellese “Il Babi” fu certamente uno dei casi più evidenti ed assurdi in cui la censura preventiva degli Alleati si manifestò senza alcun motivo se non, forse, a causa della loro assoluta gnoranza della realtà linguistica e e culturale delle regioni soggette al loro arbitrio.

    La vicenda, ridicola e paradossale, prese avvio il 1° agosto 1945 quando il segretario del “Circolo Universitario Biellese” Massimino inviava al Commissariato di polizia della città la richiesta di pubblicazione di un periodico “a carattere scientifico - letterario - artistico - letterario” col titolo “‘L Babi” che sarebbe stato  diretto da Sandro Berruto, avrebbe avuto per vice-direttore Silvio Mello Grand ed amministratore Domenico Caneparo.

    Ogni biellese sapeva che nella parlata locale il termine indicava il rospo; uno dei simboli del carnevale cittadino che si conclude proprio col simbolico rogo dell’animale; incarnazione delle potenze diaboliche ed infernali.

   Dopo oltre un anno dalla richiesta i giovani universitari biellesi non ebbero risposta ed allora il presidente del circolo, il dottor Sandro Berruto scrisse al Prefetto di Vercelli chiedendo d’interessarsi presso l’“Allied Military Governmet” perché “Il Babi” potesse finalmente uscire.

   Di fede autenticamente liberale, Sandro Berruto poteva vantare un recente passato di valoroso comandante partigiano e non potevano esserci dubbi sulla sua posizione politica e sul fatto che, come gli precisava, il nuovo giornale avrebbe avuto “carattere generale e dei tutto apolitico”. Niente da fare. 

   Senza che nessuno avesse informato i govani aspiranti giornalisti, il 7 settembre 1945 l’“Ufficio Stampa” dell’A.M.G. di Torino aveva seccamente respinto la richiesta di pubblicazione del giornaletto studentesco.

   Per forza di cose, i censori anglo-americani (e i loro ‘consiglieri’ italiani, gran parte reclutati nel Sud) non erano a conoscenza di questa specifica pratica identitaria biellese e devono aver equivocato su quel termine d’una lingua diversa da quella italiana.

  Saremo grati a chi vorrà segnalarci realtà analoghe a quelle esaminate in questo articolo scrivendo a storiaribelle@gmail.

   Per approfondire questi argomenti segnaliamo un libro reeribile alla libreria “Ieri e Oggi” di via Italia a 13900 Biella.

Roberto Gremmo

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