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COSTUME E SOCIETÀ | 07 gennaio 2018, 10:33

Pietro, ventenne biellese diplomato nella scuola di Gualtiero Marchesi: "In cucina nulla è lasciato al caso"

Pietro, ventenne biellese diplomato nella scuola di Gualtiero Marchesi: "In cucina nulla è lasciato al caso"

Per 78 allievi, che hanno appena concluso un percorso formativo della durata di 10 mesi diplomandosi cuochi professionisti alla scuola di cucina Alma, si aprono le porte del mondo del lavoro.

Provenienti da tutta Italia, i candidati, rientrati dall’esperienza di stage, durata cinque mesi, si sono sottoposti all’esame di una giuria di commissione composta da grandi interpreti della cucina d’autore come, tra gli altri, gli chef stellati Alessandro Breda, Herbert Hintner, Antonia Klugmann, Marc Lanteri, Nicola Portinari e Giuseppe Tinari. 

Tra gli studenti che hanno superato brillantemente le prove in programma fino al diploma anche Pietro Prelli Bozzo, ventenne biellese che ha avuto l'occasione di conoscere il fondatore della scuola, il maestro Gualtiero Marchesi, recentemente scomparso. 

"Ho frequentato l’Istituto Alberghiero di Trivero, sede di Biella, diplomandomi lo scorso anno e, dopo le prime esperienze di stage organizzate dalla scuola, ho lavorato per due anni, durante l’estate e i periodi delle vacanze invernali e pasquali, per un noto ristoratore biellese (si tratta di Ivan Ramella e di suo padre Franco, presso I Faggi di Biella, La stazione e Croce bianca di Oropa) al quale sono debitore per la passione che ha saputo trasmettermi per questa professione, insieme con gli utili e indispensabili insegnamenti sul campo - spiega Pietro Prelli Bozzo a Newsbiella - per me queste sono state esperienze importanti a livello orientativo, grazie alle quali ho cominciato a sognare una carriera da cuoco. Quindi, appena diplomato, ho presentato la mia candidatura alla Scuola Internazionale di Cucina Italiana Alma, per accedere alla quale è necessario aver comunque già avuto esperienze lavorative nel settore della ristorazione".

Pietro ha frequentato un master di sei mesi da trascorrere nella sede storica, la Reggia di Colorno, vicino a Parma: "Questo è stato un percorso impegnativo, durante il quale i docenti della scuola insieme con esperti esterni forniscono agli allievi le basi teoriche (ci sono veri e propri esami simili a un corso universitario) e gli insegnamenti pratici con lezioni di tirocinio valutativo abbastanza impegnative. Superato questo scoglio, ho svolto cinque mesi di stage in un ristorate stellato nella provincia di Bergamo, mettendo alla prova sul campo le mie competenze nelle tecniche di cucina, della conoscenza delle materie prime e degli alimenti, soprattutto in relazione al territorio di provenienza. La lezione più importante che credo di aver appreso è quella che in cucina nulla è lasciato al caso, che dietro ad ogni piatto “riuscito” c’è una sapienza profonda, che un bravo chef deve saper coniugare tradizione e innovazione, motivazioni per cui di solito si dice che “il cibo è cultura”".

Attualmente lavora per il ristorante Alle Corone, presso l’hotel Ai Reali, di Venezia, sotto la guida dello chef Cautiello: "Per me rappresenta un’ottima occasione di crescita professionale e personale, grazie alla quale spero di poter acquisire sempre più sicurezza e competenze per questo che, a parer mio, non è solo un lavoro. Il mio sogno nel cassetto è proprio questo, diventare un bravo cuoco, a cavallo tra innovazione e tradizione, come insegnava Marchesi, che ho avuto l’onore di conoscere quando venne nella sede di Alma la scorsa primavera e che non amava sentirsi chiamare “maestro”, perché comunque, in questo settore, credo ci sia sempre da imparare, dagli altri come da se stessi, mettendosi alla prova continuamente".

I suoi piatti forti sono gli antipasti e i primi: "In questo periodo - afferma - sto imparando parecchio nel trattare il prodotto ittico, in tutte le sue forme e sotto molti aspetti". Ma c'è un segreto per mangiare bene? "Occorre la calma. Del resto a tavola……non si invecchia!".

l.l.

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