CRONACA - 24 novembre 2017, 09:48

"Nessuno ha sentito quelle urla terribili: com'è possibile?"

"Nessuno ha sentito quelle urla terribili: com'è possibile?"

Ci sono anche alcune mamme, in Questura, a seguire la conferenza stampa in cui vengono resi noti i particolari dell'inchiesta "Tutti giù per terra" al termine della quale tre insegnanti della scuola materna Korczak di via Stara sono finite agli arresti domiciliari.

Ascoltano le parole di tutti coloro che hanno lavorato al caso - il Questore, Rosanna Lavezzaro, il dirigente della Mobile Sergio Papulino, il procuratore Pier Luigi Pianta e il sostituto Davide Pretti - e guardano il video, quello che in queste ore ha fatto il giro d'Italia. Una di loro non riesce a trattenere le lacrime, ascoltando le urla e le parole registrate dalla Questura. A un'altra mamma va anche peggio: sta andando al lavoro, quando apre il link del video e mentre, incredula, osserva quello che succede nella scuola di suo figlio, capisce che uno dei bambini a cui vengono urlate espressioni tipo "ti faccio girare la testa" oppure "ti faccio cadere tutti i denti", è il suo bambino. "Stavo per svenire in mezzo alla strada", racconta sconvolta.

Nessuno dei genitori riesce a darsi pace: "I bambini andavano a scuola sereni", assicurano la gran parte dei genitori. Che, dalle prime ore del mattino, hanno telefonato in Questura, oppure si sono recati di persona negli uffici di via San Cristoforo. Vorrebbero capire come sia potuto accadere e vorrebbero sapere cosa accadrà ora. La Korczak è sempre stata considerata una scuola materna d'eccellenza a Vercelli: i 100 posti non bastano mai a soddisfare le richieste. Qualche bimbo resta sempre in lista d'attesa. E, quando, giovedì mattina, i genitori hanno lasciato i figli a scuola, l'incredulità è la reazione più diffusa alla notizia dei tre arresti.

"Come è possibile che nessuno abbia sentito certi urli e certe parole?", chiedono le mamme presenti in Questura, dopo aver visto il video. Una domanda fatalmente destinata a restare senza risposta, almeno al momento.

"Siamo intervenuti in modo chirurgico su situazioni e comportamenti assolutamente fuori luogo - precisa il Questore, Rosanna Lavezzaro -. Ma si tratta di comportamenti e responsabilità individuali, che non riguardano il resto del corpo insegnante della scuola". All'oscuro di ciò che accadeva alla Korczak, secondo gli inquirenti, era anche la dirigente. "Ho avvertito io questa mattina la dottoressa Chiarello - è la precisazione del dirigente della Mobile, Sergio Papulino -. La scuola era assolutamente ignara delle indagini in corso: la dirigente non sapeva nulla: né di quanto accadeva in una classe della scuola, né della presenza delle videocamere".

E, in una nota diffusa nel pomeriggio, è la stessa dirigente a ribadire che "Non sono mai state segnalate anomalie nel corso del precedente anno scolastico, né da parte dei genitori, né da parte degli altri insegnanti o del personale non docente. I fatti addebitati sono stati ripresi da telecamere installate nella scuola. La dirigente scolastica non era a conoscenza delle installazione delle telecamere. Se verranno accertati i fatti, la scuola si riserva di costituirsi parte civile, in quanto condanna ogni forma di violenza, soprattutto nell’educazione". Nei prossimi giorni incontrerà le famiglie della scuola materna di via Stara, mentre con le docenti ha parlato oggi stesso.

Ma intanto le immagini riprese dalle undici videocamere di precisione, installate a sorvegliare tutte le aule, i corridoi, la mensa e la palestra dell'istituto, stanno gettando nello sconforto i genitori: le due maestre che urlano, minacciano i bambini e usano espressioni tipo "Spero che ti cada la mano", sono colleghe da tempo, si alternano nella stessa classe anche se i rapporti tra loro - ad ascoltare i video - non sembrano dei migliori. "Ti faccio quello che fa l'altra" ripete più volte una delle due. "L'altra" è una delle docenti che da più tempo lavorano alla Korczak: tutti, anche gli alunni delle altre sezioni, sanno che è più severa e la sua voce potente mette un po' di timore. Ma da lì a quel che si vede nel video, ne passa.

Del tutto diversa - e più defilata - sarebbe la posizione della terza collega coinvolta, insegnante di sostegno di un'altra sezione: per quattro anni ha seguito un bimbo speciale, collaborando anche con enti esterni per sostenere la crescita di quell'alunno molto complesso da gestire.

Nel corso del mese e mezzo di videosorveglianza - attuato dopo che una mamma aveva denunciato di aver visto una delle maestra prendere per i capelli una bambina uscita dalla fila - le forze dell'ordine hanno documentato una cinquantina di episodi ascrivibili al maltrattamento, una ventina dei quali considerati gravi. Un colpo al cuore per i genitori presenti in Questura e per quelli che hanno scoperto nella giornata di giovedì ciò che succedeva. E che ora vorrebbero capire come sia stato possibile che le urla che stanno facendo il giro d'Italia non abbiano fatto scattare alcun campanello d'allarme.

Dal nostro corrispondente di Vercelli

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