ECONOMIA - 08 agosto 2017, 17:18

Approvato utile semestrale consolidato del Gruppo Cassa di Risparmio di Asti

Approvato utile semestrale consolidato del Gruppo Cassa di Risparmio di Asti

Il Consiglio di Amministrazione della Cassa di Risparmio di Asti S.p.A., nella seduta di lunedì 7 agosto, ha approvato le situazioni patrimoniali ed economiche individuali e consolidate.

Confermato il quadro di robusti fondamentali:
- CET 1 ratio consolidato al 11,51% e Total Capital Ratio consolidato al 14,14%, ampiamente superiori ai requisiti minimi regolamentari
- solida situazione di liquidità, LCR pari al 169,4% e NSFR gestionale superiore al 140%
- elevato coverage dei crediti deteriorati, superiore al 50% a livello consolidato. Positiva dinamica degli impieghi economici a clientela (+4,44% rispetto a fine 2016) che conferma il continuo sostegno offerto a imprese e famiglie.

Le risultanze del primo semestre 2017 confermano un quadro di elevata solidità in termini di Ratios patrimoniali sia individuali che consolidati, ampiamente superiori ai limiti minimi regolamentari stabiliti per il Gruppo C.R. Asti dall’Autorità di Vigilanza nell’ambito del processo SREP 2, con un ampio cuscinetto di surplus patrimoniale (tra i più elevati del sistema). L’utile netto realizzato dal Gruppo Cassa di Risparmio di Asti nel corso del 1° semestre 2017 ammonta a 10,2 milioni di euro, in deciso incremento rispetto al corrispondente dato del 1° semestre 2016 pari a 5,4 milioni di euro. Le attività gestite ammontano a 15,2 miliardi di euro (-6,72% su 31/12/2016); la raccolta diretta è pari a 9.066 milioni di euro (-13,18% su 31/12/2016) e costituisce, all'interno dell'aggregato complessivo, la componente più significativa, mentre la raccolta indiretta si attesta a 6.080 milioni di euro (+4,91% su 31/12/2016). La quota retail della raccolta diretta, pari a 7.853 milioni di euro è sostanzialmente stabile rispetto al 31 dicembre 2016, mentre il risparmio gestito ha registrato un rilevante incremento attestandosi a 3.114 milioni di euro (+10,10% su 31/12/2016).

I crediti netti verso clientela, interamente rappresentati da impieghi economici, si attestano, al lordo delle operazioni di cartolarizzazione realizzate dalla Capogruppo, a 7.207 milioni di euro (+4,44% su 31/12/2016) e confermano la volontà e la capacità del Gruppo di fornire sostegno concreto allo sviluppo dell’economia reale. Il margine di interesse al lordo delle rettifiche di valore su crediti ammonta a 90,9 milioni di euro in incremento di 5,8 milioni di euro rispetto al primo semestre 2016 (+6,77%). Le rettifiche nette su crediti effettuate nel semestre ammontano a 29,5 milioni (41,5 milioni nell’analogo periodo del 2016, pari a -29,05%) determinando un costo del credito annualizzato pari allo 0,82% degli impieghi netti verso la clientela (1,19% nel primo semestre 2016) e riflettendo un progressivo e significativo miglioramento della qualità del credito, correlato anche ai tenui segnali di ripresa dell’economia. Conseguentemente a tali accantonamenti, a conferma dei rigorosi criteri di valutazione adottati in materia di stima delle perdite attese, il livello di copertura dei crediti deteriorati si attesta al 50,09% (50,08% a fine anno precedente) e rimane sensibilmente superiore alla media del settore creditizio come rilevato da ABI e/o altre fonti informative.

In particolare, i crediti in sofferenza - che al netto degli accantonamenti incidono sul totale dei crediti per il 6,26% - presentano un livello di copertura del 61,10%, in incremento rispetto al 60,47% registrato al 31 dicembre 2016.
Il margine di intermediazione netto è pari a 146,2 milioni di euro e include:

• le commissioni nette che ammontato i 51,5 milioni di euro a fronte del dato del primo semestre 2016 pari a 52,7 milioni di euro (-2,28%); tale variazione risente delle differenze a/a riscontrabili nella della struttura dei ricavi riferiti alla controllata Pitagora connesse alle modifiche del pricing del prodotto CQS/CQP in aderenza al Protocollo di Autodisciplina del settore; limitando il perimetro di analisi alle banche commerciali del Gruppo, infatti, le commissioni nette presentano un significativo incremento a/a pari al 7,95%;

• il risultato netto delle attività e passività finanziarie, che comprende sia il risultato dell'operatività in strumenti finanziari sia la valutazione delle passività finanziarie rilevate al fair value, positivo per 4,5 milioni di euro (e comprensivo della svalutazione del Fondo Atlante per un ammontare pari a 5,7 milioni di euro) a fronte di un valore pari a 2,2 milioni di euro registrato nel primo semestre 2016.

I dividendi su partecipazioni percepiti dal Gruppo assommano a 10,2 milioni di euro e sono in prevalenza riferiti alle partecipazioni in Banca d’Italia detenute dalle Banche del Gruppo. I costi operativi ammontano a 126,5 milioni di euro: di questi il costo del personale è pari a 71,3 milioni di euro e si presenta in sensibile aumento (+15,35% a/a) rispetto al corrispondente dato del primo semestre 2016. Al netto dell’accantonamento riferito al Fondo Esuberi, il costo del personale risulta pari a 67,1 milioni di euro (+8,64% a/a) e riscontra le scelte strategiche del Gruppo sia in termini di sviluppo commerciale sia di investimento nel capitale umano, per essere in grado di realizzare i propri obiettivi di medio-lungo termine.

La componente riconducibile alle altre spese amministrative, pari a 43,3 milioni di euro - considerate escludendo i contributi ai Fondi di Risoluzione Nazionale, SRF e DGS (pari a 5 milioni di euro) - ha registrato un incremento a/a per circa 4,9 milioni di euro (+12,69%) in prevalenza legato all’incremento dei volumi operativi e ai costi riferibili alle operazioni di cartolarizzazione finalizzate a consolidare il profilo di liquidità del Gruppo. Il cost/income, che corrisponde al rapporto tra costi operativi e margine lordo di intermediazione, per il 1° semestre 2017 si attesta al 76,95%. Il suo valore gestionale, vale a dire ricalcolato escludendo gli oneri a sostegno del sistema bancario e il costo straordinario riferito al Fondo Esuberi, si attesta al 64,69%. I Fondi Propri del Gruppo Cassa di Risparmio di Asti, comprensivi dell’apporto riconducibile all’utile di periodo al netto dell’ipotesi di distribuzione dei dividendi, ammontano al 30 giugno 2017 a 1.050 milioni di euro e, conseguentemente, il CET 1 Ratio, indicatore di solidità e solvibilità basato sul patrimonio di qualità primaria, è pari all’11,51%.

Il Total Capital Ratio al 30 giugno 2017 è invece pari al 14,14%. L’indice di leva finanziaria, calcolato come rapporto tra totale attivo al netto delle attività immateriali (numeratore) e patrimonio netto tangibile (denominatore) è pari a livello di Gruppo a 14,44 e risulta in lieve decremento rispetto al livello registrato al 31 dicembre 2016, che ammontava a 14,76.Il primo semestre 2017 si è positivamente concluso per la Cassa di Risparmio di Asti S.p.A., che ha conseguito un utile netto di 9,4 milioni di euro. Escludendo contributi e oneri relativi al sistema bancario e costi straordinari connessi all’attivazione del Fondo Esuberi, il risultato netto risulta pari a 17,5 milioni (+21,83% rispetto al dato del primo semestre 2016 ricalcolato con criteri omogenei). Le attività finanziarie gestite ammontano a 9.642 milioni di euro (-9,78% su 31/12/2016); la raccolta diretta si attesta a 6.208 milioni di euro (-17,92% su 31/12/2016) e rimane pertanto la componente più significativa dell’aggregato complessivo, mentre la raccolta indiretta ammonta a 3.433 milioni di euro (+9,96% su 31/12/2016).

Lo stock di raccolta diretta riferita alla clientela è pari a 5.441 milioni di euro si presenta in sostanziale stabilità rispetto al 31 dicembre 2016, mentre si registra una crescita sostenuta del risparmio gestito che si attesta a 1.733 milioni di euro (+15,47%). I crediti netti verso clientela ammontano a 5.454 milioni di euro, in sensibile aumento rispetto a fine anno precedente (+5,71%). L’andamento dell’aggregato, interamente costituito da impieghi economici, conferma concretamente la politica di sostegno finanziario che la Banca continua ad attuare nei confronti di imprese e famiglie. Il margine di interesse, al lordo delle rettifiche di valore su crediti, si è attestato a 68,9 milioni di euro, in aumento del 10,07% rispetto al dato riferito al 30 giugno 2016. Le rettifiche nette su crediti, che ammontato a 24,2 milioni di euro, sono diminuite di 7,1 milioni di euro a/a (pari a -22,70%) e determinano un conseguente costo del credito annualizzato pari allo 0,89% dei crediti netti verso clientela che, seppur nell’ambito di politiche di accantonamento che rimangono improntate al massimo rigore, risulta in contrazione rispetto all’1,20% rilevato al 30 giugno 2016 e conferma i positivi segnali di ripresa che provengono dall’economia reale.

A seguito di tali rettifiche, il livello di copertura dei crediti deteriorati si attesta al 50,38% (a fronte di un dato riferito al 31/12/2016 pari al 50,22%), livello che rimane significativamente superiore alla media del settore creditizio come rilevato da ABI e/o altre fonti informative. In particolare, i crediti in sofferenza al netto delle rettifiche di valore incidono sul totale dei crediti per il 6,19% ed il loro livello di copertura risulta essere pari al 61,20%, in incremento rispetto al 31 dicembre 2016. Pertanto, al netto delle rettifiche di valore su crediti, il margine di interesse ammonta a 44,7 milioni di euro e risulta in aumento, rispetto al 30 giugno 2016, di 13,4 milioni di euro (+42,87%), mentre il margine di intermediazione netto, nonostante la svalutazione del Fondo Atlante abbia negativamente inciso per circa 5,7 milioni di euro, si attesta a 87 milioni di euro (77,9 milioni di euro al 30 giugno 2016, +11,78%). Le commissioni nette ammontano a 32,9 milioni di euro, con un robusto incremento (+11,50%) rispetto al 30 giugno 2016 legato in prevalenza ai comparti del risparmio gestito e delle assicurazioni del ramo danni. I dividendi su partecipazioni, pari a 8,9 milioni di euro, sono quasi interamente riconducibili alla partecipazione detenuta in Banca d’Italia e alle controllate Biverbanca e Pitagora. Le spese per il personale, pari a 42,7 milioni di euro, risultano in aumento del 17,31% rispetto al dato al 30 giugno 2016.

Al netto dell’accantonamento riferito al Fondo Esuberi, tale voce scende a 40,3 milioni di euro e presenta un incremento a/a pari al 10,69%, e riscontra le scelte strategiche del Gruppo in termini di sviluppo commerciale, di investimento nel capitale umano e di accentramento di funzioni della controllata Biverbanca a scopo di efficientamento. Le altre spese amministrative, depurate dall’impatto dei contributi al Fondo di Risoluzione Nazionale e al Fondo Interbancario dei Depositi per complessivi 3,6 milioni di euro, presentano un significativo incremento pari al 18,25% rispetto al primo semestre dell’anno precedente, in linea con il budget di periodo, a fronte di incremento dei volumi operativi, di implementazione delle progettualità commerciali e operative e dei costi riferibili alle operazioni di cartolarizzazione. Il Cost/Income, principale indicatore dell'efficienza industriale, si attesta al 66,52% (57,94% rilevato al 31 dicembre 2016) e – escludendo spese e oneri a sostegno del sistema bancario e il costo riferito all’attivazione del Fondo Esuberi – risulta pari al 58,17% confermando il buon grado di efficienza di Banca C.R. Asti. I Fondi Propri individuali, comprensivi dell’apporto riconducibile all’utile di periodo al netto dell’ipotesi di distribuzione dei dividendi, ammontano a 1.009 milioni di euro.

Il CET 1 Ratio, indicatore di solidità e solvibilità che rappresenta di fatto il patrimonio di qualità primaria, è conseguentemente pari al 14,74%. Il Total Capital Ratio al 30 giugno 2017 è invece pari al 18,02%. L’indice di leva finanziaria, calcolato come rapporto tra totale attivo al netto delle attività immateriali (numeratore) e patrimonio netto al netto delle attività immateriali (denominatore) è pari a 12,38, in diminuzione di 0,20 punti percentuali rispetto al livello di fine 2016.

Redazione B.

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