ECONOMIA - 11 aprile 2017, 08:00

Pasqua di lavoro? Cgil dice no: "Le leggi hanno eroso i diritti, soprattutto nel commercio"

Pasqua di lavoro? Cgil dice no: "Le leggi hanno eroso i diritti, soprattutto nel commercio"

Riceviamo e pubblichiamo

 

"Quest’anno al numero già esagerato di aperture festive vediamo aggiungersi la festività di Pasqua, che ha una particolarità rispetto a tutte le altre: i lavoratori che non hanno scritto nel proprio contratto individuale l’esenzione dal lavoro domenicale, si trovano in condizione di essere comandati al lavoro.

L'Italia è un paese nel quale per poter permettere ai lavoratori di rimanere in famiglia a Pasqua, le organizzazioni sindacali devono proclamare lo sciopero per l’intera giornata.

C’è chi sostiene che il mondo sia cambiato, ma chi ha la possibilità di viaggiare o da casa avesse voglia di navigare su internet per scoprire come funziona il commercio nel mondo, si renderebbe conto che del mondo solo l’Italia è cambiata e che la scusa generalizzata 'è l'Europa che ce lo chiede' è una colossale bugia.

La realtà è che le leggi degli ultimi 20 anni hanno solamente eroso i diritti del lavoro, lasciandoci un mondo peggiore, soprattutto nel commercio.

Esiste infatti un tempo del lavoro, ma anche del riposo e del cosiddetto terzo tempo, vale a dire quello che si dedica a se stessi e che riguarda la qualità della vita e l’organizzazione sociale. Si sta raccontando una dimensione sociale basata sul “consumo”, dove si viene portati a credere che sia necessario fare acquisti nei centri commerciali anche di notte e a Pasqua per affermare se stessi: ma il numero di ore che un centro commerciale o un supermarket resta aperto misura davvero lo sviluppo di un Paese? Non è possibile credere che allungando la prestazione lavorativa, aumenti anche la produttività.

L'ipocrisia generalizzata è infine pensare che per un lavoratore del commercio sia una scelta stare in negozio a Pasqua, pensare che chi sta lavorando in un giorno di festa sia felice di farlo, pensare che l'affermazione individuale e sociale passi solo e sempre dal consumo e dall'acquisto.

L’ipocrisia è amica delle false convinzioni: liberiamo la festa, liberiamo il lavoro".

Michele Racanelli FILCAMS-CGIL

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