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Cronaca dal Nord Ovest | 21 marzo 2017, 10:37

Tre allenatori torinesi finiscono nel mirino della Polizia di Stato per pornografia minorile e violenza sessuale

Tre allenatori torinesi finiscono nel mirino della Polizia di Stato per pornografia minorile e violenza sessuale

L’indagine condotta dalla Polizia Postale e delle Comunicazioni sotto il coordinamento della Procura di Torino, e durata quasi un anno, si è conclusa con l’esecuzione di tre ordinanze di misura cautelare per altrettanti soggetti residenti nel torinese: uno di loro ora è in carcere, un altro ai domiciliari e il terzo è gravato dall’obbligo di firma.

I tre sono accusati a vario titolo di aver sfruttato dei minori attraverso la rete internet, al fine di ottenere e diffondere materiale di natura pedopornografica, nei casi più gravi consumando anche violenze sessuali ai danni degli adolescenti coinvolti, la maggioranza dei quali ruota intorno al mondo del calcio giovanile. L’attività di indagine, svolta dagli investigatori del Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni di Torino, è partita da una denuncia per violenza sessuale presentata dai genitori di un ragazzino con la passione per il pallone: il ragazzo, appena 16enne, aveva trovato il coraggio di raccontare alla madre che il suo allenatore di calcio, un ventenne torinese, aveva tentato un approccio sessuale notturno mentre i due dormivano a casa dell’allenatore, dopo aver terminato la preparazione atletica per un importante match.

Dall’esame del minore, condotto mediante modalità protette per salvaguardare l’integrità psico-emotiva del giovane, il personale della Postale ha tratto gli elementi sufficienti per procedere alla successiva perquisizione dell’allenatore. Dall’analisi del materiale sequestrato è emerso il modus operandi di tipo seriale che il ventenne adottava per adescare le proprie prede, individuandole in base all’età e classificandole proprio attraverso l’anno di nascita. Dopo essersi procurato la loro fiducia, interagiva in chat con le giovani vittime soggiogandole, con velate intimidazioni riferite all’ottenimento di un ruolo da titolare in squadra.

Se questo non funzionava, cercava di sedurre i ragazzi promettendo loro guadagno o altre utilità personali. L’attività di analisi forense messa in campo dagli investigatori della Postale torinese ha permesso anche di estendere il piano dell’indagine agli altri due soggetti, rispettivamente allenatore e arbitro di calcio delle giovanili, con cui il ventenne condivideva dati e materiale acquisito sulle vittime.L’ipotesi investigativa è stata confermata da più di 15 minori ascoltati presso gli Uffici di polizia con l’assistenza psicologica necessaria: per il ventenne sono stati disposti dal GIP di Torino gli arresti domiciliari presso la propria abitazione, con l’assoluto divieto di uso di strumenti telefonici e informatici per la comunicazione all’esterno.

L’analisi del materiale sequestrato all’allenatore cinquantenne, ha invece permesso agli investigatori di appurare che questi sfruttasse il collega più giovane per collezionare materiale pedopornografico sempre aggiornato, rinvenuto in gran quantità sui supporti informatici nella sua disponibilità.Per tale ragione la locale Procura della Repubblica ha richiesto e ottenuto per lui la misura della custodia cautelare in carcere. L’altro è invece un architetto torinese, arbitro delle giovanili di calcio, non interessato tanto al materiale multimediale quanto a combinare incontri diretti con i minori, anche dietro la scusa della pratica di massaggi tonificanti ai ragazzi.  

In più di un’occasione i due si recavano con i minori in luoghi isolati, per insegnare loro a guidare, sfruttando la circostanza per tentare approcci sessuali contro la volontà degli stessi. Le indagini proseguono anche al fine di scongiurare ulteriori eventuali effetti prodotti dalle gravi condotte criminali attuate con modalità diverse dai tre soggetti.

c.s. Questura di Torino

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