ECONOMIA - 14 febbraio 2017, 10:28

Il pericolo delle truffe alle imprese arriva via posta

Nuove segnalazioni da parte di diverse Camere di Commercio riguardanti aziende appena iscritte a cui venivano richiesti pagamenti per servizi che venivano spacciati come procedure obbligatorie

Il pericolo delle truffe alle imprese arriva via posta

Grazie alle segnalazioni di diverse Camere di Commercio, negli scorsi mesi di dicembre e di gennaio l'Autorità garante della concorrenza e del mercato ha condannato ben tre aziende italiane a pagare una sanzione amministrativa perché contattavano via posta molte aziende appena iscritte alle CCIAA e richiedevano pagamenti per servizi che venivano spacciati come procedure obbligatorie.

In particolare, due casi simili prevedevano entrambi l'invio di bollettini precompilati alle imprese con la richiesta di pagamento per l'iscrizione a un “Casellario Unico Telematico delle Imprese” in un caso (somma richiesta pari a euro 298,29) e a un “Portale imprese” nell'altro (richiesti euro 268,40). L'impaginazione delle comunicazioni, la presenza del bollettino precompilato coi dati delle neonate aziende, l'assenza di una descrizione chiara dei reali servizi proposti sono le irregolarità che l'Autorità ha rilevato perché, tutte insieme, possono indurre le imprese riceventi a pensare di trovarsi davanti a una comunicazione camerale ufficiale e quindi di dover procedere al pagamento delle somme richieste per non incorrere nelle conseguenze per il ritardo negli adempimenti dovuti.

In realtà in entrambi i casi l’illecito consiste nell’aver iscritto, unilateralmente e a loro insaputa, i dati aziendali di imprese italiane in un database - presente online su siti internet - al solo fine di promuovere un abbonamento a pagamento ad un servizio di promozione delle principali informazioni aziendali via internet. Il fatto che la comunicazione venisse inviata alle nuove aziende appena iscritte al Registro imprese non è casuale: questi soggetti sanno infatti che devono effettuare dei pagamenti proprio per tale iscrizione in Camera di Commercio e le proposte dei due soggetti contavano sulla confusione generata da una richiesta fatta per sembrare più ufficiale e “obbligatoria” possibile.

A questo si aggiunge poi il fatto che sul retro del bollettino inviato per il pagamento si indicava che con il versamento della cifra si stava sottoscrivendo un contratto di “abbonamento” ad un servizio di informazioni aziendali: in questo modo per le aziende era molto più difficile esercitare il diritto di recesso, che deve invece essere garantito indicando un limite temporale entro cui poter annullare il contratto.Lo stesso meccanismo del bollettino postale veniva utilizzato da un'altra azienda sanzionata dall'Autorità garante (bollettino n. 48/2016), la Rinnovo Marchi Italiani srl, che puntava invece a confondere i detentori di marchi avvisandoli della scadenza della registrazione e inducendoli a pagare una somma di 1.150 euro per rinnovare la titolarità degli stessi. In questo caso la comunicazione era mirata a far credere che essa provenisse ufficialmente dal soggetto preposto per legge alla registrazione, l'Ufficio Italiano Marchi e Brevetti presente in ogni Camera di Commercio, e che la cifra richiesta servisse effettivamente a ottenere il rinnovo del proprio marchio.

In realtà, una volta pagato, il servizio consisteva nella mera fornitura di indicazioni sulle procedure burocratiche previste per il rinnovo e la precompilazione del modulo da depositare al vero Ufficio Marchi e Brevetti camerale. Alla truffa economica, in questo caso, si aggiunge il grosso rischio per le aziende di perdere il diritto sul proprio marchio perché, pagando il bollettino, si pensa di avere seguito il corretto iter di rinnovo mentre la procedura non è stata in alcun modo né attivata né conclusa.Per i tre soggetti condannati, l’Autorità ha disposto una sanzione amministrativa rispettivamente di 50mila euro alla Casellario Unico Telematico Imprese di Di Stadio Antonio, di 120mila euro alla Portale Imprese srl e di 20mila euro alla Rinnovo Marchi Italiani srl.

La Camera di Commercio rinnova il suo invito a chi dovesse ricevere queste comunicazioni a rivolgersi sempre all'ente camerale di riferimento, alla propria associazione di categoria o al proprio professionista di fiducia, per verificare se si tratta di un vero adempimento obbligatorio o di un'offerta commerciale mascherata come tale. Con la prudenza e l'attenzione si può evitare di incappare in truffe e raggiri che possono costare davvero cari.

c.s.

Ti potrebbero interessare anche:

SU