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Benessere e Salute | 15 dicembre 2016, 16:35

Maria Pia Hospital, una chirurgia mini e ultramininvasiva per patologie valvolari e coronaropatie

Dal 2013 a Maria Pia Hospital di Torino eseguito il 97% degli interventi di Cardiochirurgia a pazienti residenti in Piemonte. Una maggior offerta specialistica contribuisce alla riduzione della mobilità passiva verso altre regioni, abbattendo così gli alti costi sanitari sostenuti dal Piemonte.

Maria Pia Hospital, una chirurgia mini e ultramininvasiva per patologie valvolari e coronaropatie

Minitoracotomia, Ministernotomia, MitraClip, TAVI, Neochord, Cardioband sono termini ormai conosciuti e che aiutano e indirizzano i pazienti nella ricerca delle migliori soluzioni terapeutiche dedicate al trattamento (tramite riparazione o sostituzione protesica) delle patologie valvolari e delle coronaropatie. La chirurgia mini-ultramininvasiva e la microchirugia contribuiscono ad un approccio sempre più personalizzato delle malattie cardiache. Minori rischi operatori e più rapido recupero psicofisico.

Tutto questo a Maria Pia Hospital, ospedale di Alta Specialità GVM Care & Research, che per Torino e l'intero Piemonte rappresenta uno dei centri cardiochirurgici d'eccellenza.

Dal 2013 al 31 luglio 2016, gli interventi di Cardiochirurgia eseguiti dall’equipe della Dott.ssa Chiara Comoglio a Maria Pia Hospital sono stati oltre 1.400 (1432 per la precisione); 474 dei quali per valvole isolate; 374 per bypass aortocoronarico isolato e 584 per altri trattamenti eseguiti anche con chirurgia combinata (valvole+coronarie+parti strutturali del cuore a seconda delle condizioni). 1.364 sono quelli eseguiti su pazienti regionali (piemontesi) mentre 68 su quelli extraregionali. Sempre nel periodo preso in esame la percentuale dei pazienti regionali (piemontesi) è oscillata tra il 92 e il 97%, mentre quella dei pazienti extraregionali dal 3% al 7%.

Il bypass aortocoronarico isolato risulta statisticamente più elevato nei pazienti di sesso maschile (oltre l’80%), mentre i numeri degli interventi sulle valvole isolate tendono ad avvicinarsi nel rapporto uomini-donne: seppur con un lieve vantaggio - in negativo - di quest’ultime (circa 60% donne, 40% uomini).  I dati confermano quanto l’interventistica per bypass isolato e valvole isolate si concentri soprattutto su soggetti ultrassessantacinquenni: si oscilla dal 65% all’80%.

Il bypass aortocoronarico affronta l’ischemia cardiaca ed evita l’infartospiega la Dottoressa Chiara ComoglioSi realizza mediante condotti arteriosi e venosi del paziente stesso. Sono costituiti dalla vena safena o dall’arteria mammaria per creare un flusso alternativo di sangue arterioso al muscolo cardiaco a valle delle stenosi coronariche”.

I bypass con arteria mammaria hanno una pervietà a distanza di 10 anni maggiore del 90%, quelli con vena safena nel 15%-20% dei casi si occludono entro il primo anno e più del 50% nell’arco di 10; inoltre il bypass è poco efficace nelle persone con arterie molto piccole. In presenza di coronarie inferiori al millimetro, i pazienti sono giudicati non operabili. Nella grave stenosi (restringimento) e nell’occlusione delle arterie coronario - i vasi sanguigni che nutrono ed ossigenano il muscolo cardiaco - la microchirurgia trova ampia indicazione, ottenendo successi ben al di là dei parametri di riferimento raggiunti dalle metodiche tradizionali.

L’eccellenza non è una prerogativa solo della microchirurgia coronarica. Nello staff di Maria Pia Hospital della Dott. Chiara Comoglio opera, da alcuni mesi, un’altra figura di rilievo del panorama cardiochirurgico regionale e nazionale, il Dottor Riccardo Casabona.

Le metodiche mini e ultramininvasive – commenta il Dottor Casabona - rappresentano il futuro della moderna Cardiochirurgia. Operare un paziente praticando la sternotomia classica (un’incisione piuttosto estesa della parte anteriore del torace, ndr) sarà, nei prossimi anni, un’opzione piuttosto rara e riservata a casi molto complessi. Un esempio di Cardiochirurgia mininvasiva è il trattamento delle stenosi della valvola aortica: tra le patologie cardiache a maggior diffusione nella popolazione over 75 anni colpisce, in Italia, 300 mila persone. È causata dalla calcificazione delle cuspidi, ovvero dal deposito dei sali di calcio che la ispessiscono progressivamente fino a restringerne l’orifizio e renderla incapace di aprirsi in modo corretto: conclusione, il sangue fatica a passare in aorta con conseguenze per l’intero organismo. La terapia prevede la sostituzione valvolare tramite impianto di protesi meccanica o biologica. Nei soggetti non candidabili all’intervento ordinario, piuttosto fragili e nei quali si evidenzi la concomitanza di altre malattie di rilievo - la valvola artificiale può essere applicata sfruttando i benefici della tecnica mininvasiva: taglio chirurgico limitato - appena 6 cm all’altezza del secondo spazio intercostale destro (metodica Port access); riduzione delle infezioni intraoperatorie; minor sanguinamento e minor ricorso alle trasfusioni”.

Quando poi i fattori di rischio sono molti, il paziente ha un’età avanzata (maggiore di 80 anni), ma le condizioni anatomiche lo permettono, la sostituzione della valvola aortica può essere effettuata senza mini incisione chirurgica, per via percutanea come avviene nel cateterismo cardiaco”. Interviene così l’équipe di Emodinamica guidata dal Dottor Elvis Brscic, con la TAVI che da tempo effettua con risultati eccellenti. Nel complesso quindi - afferma il direttore medico Luigi Inglese - Maria Pia Hospital offre risposte per tutte le patologie, grazie ad un Heart Team di comprovata esperienza e che conduce sempre all’obiettivo dell’appropriatezza delle indicazioni e alla sofisticata personalizzazione a livello di terapia post chirurgica per ogni paziente

Maria Pia Hospital è per la città di Torino e per il Piemonte uno dei poli cardiochirurgici più avanzati ed attivi nel novero delle strutture accreditate con il Servizio Sanitario Nazionale, centro ufficialmente inserito nella rete dell’emergenza-urgenza. Con il potenziamento del Dipartimento Cardiovascolare l’ospedale ad Alta Specialità GVM Care & Research intende dare la maggior offerta specialistica possibile contribuendo alla riduzione della mobilità passiva verso altre regioni, abbattendo così gli alti costi sanitari sostenuti dal Piemonte, e all’incremento della mobilità attiva extraregionale di alta complessità. 

 

I.P.

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